30 gennaio 2017

Viaggio tra le Chiese Pentecostali che proliferano in Campania

A Castel Volturno si contano oggi almeno 40 chiese pentecostali che accolgono la vastissima comunità africana locale, soprattutto nigeriani, tra religione, business in nome di Gesù e sospetti di attività illecite.


È domenica mattina, giorno di preghiera anche per gli immigrati africani di Castel Volturno. In una delle chiese pentecostali africane sorte negli ultimi anni la funzione è cominciata da qualche minuto. I fedeli, vestiti con gli abiti della festa, alzano le mani al cielo e invocano Dio danzando sui ritmi tribali.

Dopo quasi due ore di canti e preghiere arriva il momento dello studio dei testi sacri. Il pastore cita la Bibbia a memoria e ne spiega il significato. Dice che la Bibbia non la si deve interpretare, come invece fanno i cattolici.

"Come può l’uomo, nella sua imperfezione, interpretare la parola di Dio?"

Il pastore Salomon Fadiya, è arrivato a Castel Volturno nel 1997, fondò una delle prime chiese pentecostali africane. Oggi se ne contano almeno quaranta. ​A Castel Volturno ci sono due mondi, il mondo bianco dei 27mila abitanti italiani e il mondo nero degli immigrati africani. Due mondi che coabitano ma non interagiscono. Quanti siano gli immigrati a Castel Volturno nessuno lo sa con esattezza, c’è chi dice 15 mila, altri 20mila. Ciò che è certo è che a Castel Volturno sono riusciti a formare una comunità quasi del tutto autosufficiente. Una piccola Africa nel cuore d’Italia.

E come ogni comunità, anche questa ha i suoi luoghi di culto. Si tratta di ex capannoni industriali, villette abbandonate o semplici locali commerciali riconvertiti per ospitare una chiesa pentecostale. Ogni chiesa ha il suo pastore che si occupa tanto della gestione finanziaria quanto di quella spirituale. "La nostra è una missione" dice uno di loro. "Essere un pastore significa sacrificare la propria vita a Dio". Un sacrificio, però, che può essere ben ripagato.

Secondo la dottrina pentecostale, i fedeli devono fare offerte alla chiesa per pagare le spese, il pastore e i suoi collaboratori. Ma da dove proviene il denaro delle offerte? Gli immigrati di Castel Volturno svolgono lavori saltuari: braccianti agricoli, muratori, colf. Tutti pagati alla giornata con paghe da miseria. Tutti poveri cristi disposti a lavorare per pochi spicci pur di sopravvivere. Ma qui c’è anche chi ha trovato il modo di arricchirsi.

Il declino della camorra locale, decimata da continui arresti e scissioni, ha creato un vuoto di potere riempito dalla mafia nigeriana, che gestisce lo spaccio di droga e la prostituzione sul litorale domizio. Già nel 2003 un’indagine della magistratura portò all'arresto di una cinquantina di immigrati africani. Per la prima volta in Italia fu contestato il reato di associazione mafiosa ad un'organizzazione straniera presente sul territorio italiano. Tra gli arrestati spiccava il nome di Odion Israel Aigbekean, un pastore pentecostale nigeriano che gestiva una chiesa a Castel Volturno e una a Villa Literno.

Quella del pastore Odion era solo una delle tante chiese africane del litorale. Per trovarle basta fare un giro sulla Domiziana, l’antica strada romana che percorre ancora oggi tutta la costa. Fuori da ogni chiesa c’è un’insegna con l’immagine del pastore in primo piano e il nome scritto a caratteri cubitali "Christ The Rock of My Salvation, Fire Word Ministries, World of Hope Ministry". Tutto in inglese, perché l’inglese è una delle lingue più parlate tra le strade di Castel Volturno.

Molti immigrati l’italiano non l’hanno mai imparato. La comunità africana, è completamente abbandonata a se stessa. Non esiste alcuna volontà di integrazione. Così gli immigrati hanno iniziato a fondare le loro chiese. La loro proliferazione è tipica del pentecostalismo. A Castel Volturno, come altrove, una volta cresciute, le chiese pentecostali tendono a scindersi per la volontà dei vari pastori di rendersi indipendenti l’uno dall'altro. A questo bisogna aggiungere che a Castel Volturno la domanda di religiosità è molto elevata.

Gli immigrati nella chiesa cercano risposte ai loro tanti bisogni, spirituali e materiali. Così le chiese hanno cominciato a proliferare anche per rispondere, in maniera diversificata, ai questi bisogni. Questo però non esclude la possibilità che ci siano interessi diversi alla base della proliferazione. Interessi economici o collusioni mafiose, possono senz'altro esistere. Un errore, però, sarebbe generalizzare e criticare tutte le chiese indistintamente.

Castel Volturno, cartellone pubblicitario
di una Chiesa Pentecostale
Per capire come funziona una chiesa pentecostale (non solo a Castel Volturno) bisogna prima di tutto conoscere i pastori che le reggono. Alcune sono ospitate in locali piccoli, con al massimo 20 o 30 posti a sedere, e magari il pastore non è nemmeno a tempo pieno, altre, molto più ricche, sono ospitate in ville di lusso o capannoni con la possibilità di centinaia di posti a sedere.

Come la situazione della "True Worshipers Ministries", una chiesa è ospitata in una delle tante villette per vacanzieri sorte negli anni sessanta. Nella sala principale c’è un piccolo palco con il pulpito, la poltrona del pastore e la scritta dorata “His Glory Reigns”. Alle pareti quadri di paesaggi e rivestimenti in oro. Ma ciò che salta all'occhio è il sistema di pilastri e carrucole al centro della sala.

"Serve per le riprese video", spiega il Vescovo Brodrick Ovienloba. È un ragazzo di circa 35 anni alto poco meno di due metri. Il primo dubbio riguarda il suo titolo. Chi l’ha visto mai un vescovo così giovane? La verità è che nella chiesa pentecostale è particolarmente semplice diventare vescovo. Basta trovare un pastore dello stesso grado disposto ad ordinarti.

Il Vescovo sovrintende sull'attività degli altri pastori. Ma solo se questi ultimi lo richiedono, ma nessun pastore ha mai chiesto i servizi di un vescovo. A differenza di un pastore che dipende dalle offerte dei suoi fedeli un vescovo praticamente vive di rendita.

Parlare di soldi offende il vescovo Brodrick Ovienloba. "Voi italiani credete che le chiese pentecostali siano una copertura per fare soldi. Ma non c’è nessuno scopo di lucro"

"Una caratteristica delle Chiese Pentecostali è l’assoluta autonomia manageriale. Ciò significa che su ricavi e spese un pastore non deve dar conto a nessuno"
Ognuno per sé e Dio per tutti, insomma

L’argomento soldi è un vero tabù nelle chiese di Castel Volturno. Anche il pastore Salomon della Living Hope Ministry tiene le cifre per sé. Spiega però che gestisce il denaro tenendo conto esclusivamente delle esigenze dei suoi fedeli. "Con i soldi delle decime copriamo tutte le spese e cerchiamo di aiutare i fedeli in difficoltà. Ovviamente per me non rimane niente". Come fa allora a sopravvivere? "Qui siamo una grande famiglia, se ho bisogno di qualcosa i fedeli mi aiutano. E poi ci sono le offerte personali"

Guarigioni ed esorcismi fanno parte della sfera religiosa pentecostale, ma c’è chi accusa i pastori di sfruttare le credenze dei propri fedeli per tornaconti personali

"In Africa per fare il pastore basta avere una bibbia e un po' di soldi per le prime spese. Grazie a quella bibbia i pastori assumono un potere psicologico sulle persone quasi illimitato"

Prima di partire per l’Italia alle ragazze nigeriane che credono di dover fare le modelle viene chiesto di “legarsi” ai propri benefattori con un rito magico. Quelli dell’organizzazione si impegnano a sostenere i costi del viaggio mentre le ragazze si impegnano a ripagare il debito e a seguire, sempre e comunque, le indicazioni dei loro benefattori. Qualora il patto venisse sciolto unilateralmente, malattie e catastrofi di ogni sorta si abbatterebbero su di loro e sulla loro famiglia. Arrivate in Italia, le ragazze capiscono che i benefattori sono in realtà sfruttatori e che il loro futuro non è sulle passerelle della moda ma sul marciapiede.

"Le ragazze appena arrivate non vogliono prostituirsi, ma che possono fare? Molte di loro credono per davvero nei riti woodoo". Ma credono anche in Dio. Così chiedono consiglio ad uno dei tanti pastori pentecostali, e il pastore è sempre d’accordo con la mamam, la sfruttatrice della ragazza. E così anche il pastore diventa parte integrante del sistema di sfruttamento. Il pastore spiega alle ragazze che prostituirsi è una cosa brutta ma anche non mantenere le promesse lo è. E poi, se si è legati ai propri sfruttatori con un rito magico, bisogna stare bene attenti. Così le ragazze finiscono per abituarsi alla loro condizione. Credono che sia la volontà di Dio.

La mafia nigeriana è riuscita a costruire la sua roccaforte europea a Castel Volturno

Lo sa bene il giornalista Sergio Nazzaro, uno dei maggiori esperti italiani di mafia africana. Nel suo libro Castel Volturno: reportage sulla mafia africana, analizza le strategie e le attività dei mafiosi nigeriani e ipotizza un legame tra le chiese pentecostali e le attività mafiose.


Chiesa Pentecostale ospitata in un
capannone industriale
"I rapporti tra le chiese e le mafie non sono cosa nuova e riguardano tanto gli ambienti cattolici quanto le altre religioni. Le chiese pentecostali, però, sono più esposte di altre, mancando qualsiasi tipo di organizzazione gerarchica e di controllo"

Non è d’accordo il pastore Salomon, che addirittura nega la presenza della mafia. "Se qui ci sono africani che delinquono, lo fanno per conto degli italiani. E comunque capita spesso che la polizia fermi ragazzi africani e metta loro addosso la droga". Il pastore non lo dice per esperienza diretta ma che tante persone glielo hanno riferito e lui ci crede più ai suoi connazionali che alla polizia.

"L’atteggiamento del pastore è tipico di chi difende a tutti i costi la propria comunità fino a negare l’evidenza". È in questo contesto che le chiese pentecostali possono diventare vere e proprie coperture per affari illeciti. Le chiese, come detto, si finanziano grazie ai fedeli, e più numerosi sono i fedeli e più ricco è il pastore di quella chiesa.

Un coinvolgimento diretto delle chiese pentecostali in attività mafiose deve essere dimostrato caso per caso. Ma non è affatto da escludere. Di sicuro sono coinvolte nel convincere le ragazze nigeriane a non rompere il "patto" e quindi di fatto a prostituirsi.



Articolo a cura di
Maris Davis

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