14 maggio 2014

Isoke e le scelte che hanno cambiato la vita

Isoke Aikpitanyi
Isoke Aikpitanyi è una ragazza nigeriana di Benin City, una delle tante che decidono di lasciare la loro famiglia e il loro paese per cominciare una nuova vita in un Paese europeo più ricco.

Il suo è un sogno di una vita normale, un lavoro, una casa e anche la possibilità di mandare un aiuto alla famiglia. Ma la scelta di partire si rivela una trappola terrificante. Isoke si ritrova a Torino di notte, sola e spaventata, ad attenderla ci sarà la sua "mamam", una donna gentile che ben presto si rivela uno degli aguzzini che la costringeranno a prostituirsi.

Notte e giorno, sette giorni su sette, in stato di gravidanza o subito dopo un aborto. Alla base c'è un'inaudita violenza fisica e psicologica. Le ragazze come Isoke sono infatti ricattate e minacciate di morte con le loro famiglie.

Isoke con don Gallo
Devono restituire i soldi anticipati per il viaggio e per la permanenza in Italia dall'organizzazione che le ha portate in Europa. Nonostante tutto Isoke, dopo anni di atroci sofferenze, decide di ribellarsi e scappare.

Con l'aiuto di un uomo che è ancor oggi il suo compagno, e assieme ad altre persone fonda un'associazione che si occupa di assistere le vittime della tratta e della prostituzione coatta.

Il progetto "La ragazza di Benin City" sembra portare ad una conclusione a lieto fine, ma come Isoke, sulle strade italiane, ci sono migliaia di donne vittime del traffico di esseri umani. I loro racconti rivelano qualcosa di insostenibile che è necessario raccontare.

Il seguente video è la registrazione integrale della trasmissione "La Tredicesima Ora" di Carlo Lucarelli e andata in onda su Rai3 il 9 maggio 2014

Il calvario di Isoke è durato circa due anni e spesso ha visto la morte dì in faccia.
Da donna libera ha già pubblicato tre libri. I primi due raccontano storie di ragazze nigeriane che in Italia sono vittime di tratta e schiavitù sessuale, l'ultimo invece è commovente testo di poesie con prefazione di Roberto Saviano

Le ragazze di Benin City - Melampo Editore 2007
500 Storie Vere - Ediesse 2011
Spada, Sangue, Pane e Seme - Libellula Edizioni 2013


Sito Internet Isoke

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08 maggio 2014

Africa. Acqua diritto negato per 4 persone su 10

Acqua Bene Primario
Per milioni di africani l'acqua pulita è ancora un miraggio, e NON possiamo lavarcene le mani. L'accesso all'acqua pulita è un diritto umano fondamentale ma è ancora negato per più del 40% della popolazione nell'Africa sub-sahariana.

Senza acqua non c'è salute, né sviluppo. I danni all'agricoltura sono incalcolabili, il bestiame muore, le lezioni a scuola non si possono svolgere regolarmente e anche gli equilibri familiari sono "in sospeso" perché le donne sono costrette ad assentarsi per ore alla ricerca di acqua, lasciando incustoditi i figli.

La mancanza di acqua pulita costa ogni anno all'Africa Sub-sahariana il 5% del suo PIL ed è legata, direttamente o indirettamente, all'80% delle malattie. Nella regione metà della malattie sono legate all'uso di acqua "sporca" o "contaminata", e dalla mancanza di servizi igienici adeguati. 

Malattie causate dall'utilizzo di acqua contaminata e dall'assenza di servizi igienici ha conseguenze fatali soprattutto per i bambini. Quelli con meno di 5 anni nati in un periodo di siccità hanno il 50% di probabilità di essere malnutriti. L'accesso ad acqua pulita riduce del 20% la mortalità infantile. La costruzione di pozzi in maniera diffusa e capillare è un buon modo per aiutare le popolazioni che ne sono prive.

Pozzo d'acqua in Tanzania
Un pozzo d'acqua riesce a soddisfare il fabbisogno di 3-500 persone e la sua costruzione costa non più di tremila euro - leggi -

Studi accurati, anche a mezzo di satelliti, hanno accertato che il sottosuolo del continente africano è ricco di acqua salubre, perfino in zone desertiche. Purtroppo i governi locali sono troppo presi dalla loro corruzione e dal loro mancato senso del "bene comune" per investire nella costruzione di acquedotti, pozzi e cisterne. E la cooperazione internazionale non ha ancora capito che all'Africa non serve la carità e gli aiuti alimentari "una tantum", ma all'Africa servono infrastrutture adeguate che servano "per sempre".

Proverbio africano .. "Se offri ad un uomo un pesce lo sfamerai per un giorno, ma se gli insegni a pescare lo sfamerai per sempre" .. questo è il principio che dovrebbe perseguire la cooperazione internazionale se vuole davvero aiutare l'Africa.

Sono ancora milioni i bambini privi di acqua potabile e servizi igienici e 1.400 muoiono ogni giorno per la diarrea dovuta all'acqua contaminata o sporca e alla scarsa igiene.

In Africa il difficile accesso all'acqua e l'inadeguatezza o inesistenza di servizi igienici influisce anche sul diritto all'istruzione, in particolare delle bambine. L'accesso all'acqua pulita è un diritto umano fondamentale, ma tuttora negato a più del 40% della popolazione.

Nella regione Sub Sahariana, il compito di raccogliere l'acqua per le proprie famiglie ricade sull'81% delle donne e bambine impedendo loro di andare a scuola.



I numeri dell'acqua

L'acqua nel mondo
  • 884 milioni di persone, pari a circa un sesto della popolazione mondiale, no hanno accesso ad acqua pulita.
  • Tra le persone senza accesso ad acqua pulita 8 su 10 vivono in aree rurali.
  • Il fabbisogno medio di acqua pulita per bere, cucinare e lavarsi è pari a 20-50 litri la persona.
  • Nei paesi in via di sviluppo ogni persona in media consuma 10 litri di acqua al giorno.
  • In Europa ogni persona consuma in media 200 litri di acqua al giorno.
  • In Nord America ogni persona in media consuma 400 litri di acqua al giorno.
  • 2,6 miliardi di persone, pari a circa due quinti della popolazione mondiale, non hanno accesso ad adeguate misure igieniche.
  • Ogni anno 1,4 milioni di bambini con meno di 5 anni, uno ogni 20 secondi, muoiono per la diarrea causata da acqua contaminata e dall'assenza di misure igieniche adeguate.
  • La diarrea è la principale causa di malattia e di morte, e l'88% dei decessi per diarrea sono legati alla mancanza di servizi igienici e di acqua pulita per bere e per lavarsi.
  • Ogni anno si perdono 443 milioni di giorni di scuola per malattie legate all'utilizzo di contaminata.
  • Per ogni dollaro investito in infrastrutture idriche e igieniche, se ne guadagnano 8 in aumento di produttività.
L'acqua in Africa
  • Nell'Africa sub-sahariana più del 40% della popolazione non ha accesso ad acqua pulita (fonte Unicef).
  • Il 37% delle persone che nel mondo non hanno accesso ad acqua pulita vive nella regione sub-sahariana dell'Africa.
  • Nell'Africa rurale in media ogni famiglia spende il 26% del proprio tempo per andare a prendere acqua, un compito che tocca quasi sempre alle donne e ai bambini.
  • In media il peso dell'acqua che ogni donna africana trasporta ogni giorno è pari a 20 chilogrammi.
  • Al ritmo di progresso attuale il programma delle Nazioni Unite "Obiettivo del Millennio" al punto 7.C che punta a dimezzare entro il 2015 il numero delle persone senza accesso ad adeguate misure igieniche, nell'Africa sub-sahariana sarà raggiunto solo tra 200 anni.
  • Negli ultimi 10 anni gli aiuti per la salute e la lotta all'HIV nell'Africa sub-sahariana sono cresciuti di quasi il 500%, mentre l'incremento di quelli destinati alle infrastrutture idriche e alle misure igieniche è stato pari soltanto al 79%.
  • Nell'Africa sub-sahariana le cure per la diarrea assorbono il 12% del budget sanitario e ogni giorno più della metà dei posti letto ospedalieri sono occupati da pazienti affetti da malattie di origine fecale.
L'acqua nella storia
  • La Corea del Sud ha fatto investimenti enormi in progetti idrici e misure igieniche negli anni sessanta, quando il suo reddito pro-capite era pari a quello del Ghana. Nel corso di quel decennio la mortalità tra i bambini sotto i cinque anni si è più che dimezzata, anche se il numero del personale medico è rimasto sostanzialmente invariato.
  • In Gran Bretagna l'espansione delle infrastrutture idriche e igienico sanitarie nel penultimo decennio del XIX secolo (1880-1890) ha contribuito all'incremento di 15 anni all'aspettativa di vita nei 4 decenni successivi.
Nel mondo, ad oggi, ci sono ancora 700 milioni di persone che devono percorrere almeno un chilometro per raccogliere l'acqua potabile dai pozzi, dalle fontanelle o dalle cisterne. Il 60% di queste sono africane.


Approfondimenti Progetti


Questo articolo fa parte dalla Campagna di Sensibilizzazione di Foundation for Africa "Acqua Bene Primario"





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