02 febbraio 2014

Minorenni e rumene costrette a prostituirsi in Italia

Giovanissime rumene schiave sessuali
L'Italia sembra diventato il paese che "attrae" le mafie straniere nel business della prostituzione. Non solo la mafia nigeriana, di cui ci occupiamo di solito ma, e direi soprattutto, mafia rumena a albanese.

Gli italiani maschi sono davvero clienti molto assidui delle le prostitute di tutti i tipi, soprattutto se minorenni e a buon prezzo. Ragazze-bambine che sono rese schiave da organizzazioni criminali internazionali e a cui la mafia locale italiana offre supporto logistico (case, appartamenti, e strade lungo le quali far prostituire queste donne schiave).

Hanno un'età compresa tra i quattordici e e i venti anni e provengono tutte dalle regioni più arretrate della Romania e dalle periferie delle grandi città del paese danubiano, sono loro le nuove schiave del sesso, adolescenti costrette a crescere troppo in fretta, e neanche considerate come esseri umani, né dai loro aguzzini (albanesi o rumeni che siano), ma non sono esseri umani nemmeno per i loro italianissimi clienti.

Le ragazze maggiorenni sono alettate da un lavoro sicuro e dignitoso in Italia, quelle minorenni sono brutalmente rapite alle attenzioni dei loro genitori, se non addirittura vendute dalle stesse famiglie per pochi soldi. Altro modo per carpire la fiducia delle ragazze è l'amore, ragazzi prestanti che si fingono innamorati e circuiscono queste ragazze e le convincono a lasciare la famiglia.

Dalle varie regioni della Romania, la piccola criminalità locale le trasporta con furgoni fino al confine con la Serbia (in uno dei tantissimi luoghi lungo il corso del Danubio che per un lunghissimo tratto è anche il confine tra i due stati). Da qui le ragazze vengono prese in consegna dalla temibile mafia slava che le trasporta fino alla città di Pozarec, famoso anche perché luogo di nascita e roccaforte del noto dittatore Milosevic (già condannato per crimini contro l'umanità).

In questo luogo le ragazze rumene vengono tenute segregate e stuprate ripetutamente per annientare ogni istinto ribelle. Dopo un periodo che comunque non supera le due-tre settimane, queste "piccole schiave" vengono portate in Kosovo e vendute alla mafia albanese che le trasferisce in Albania e le sistema in piccoli appartamenti nella poverissima città di Elbasan. A questo punto a tutte le ragazze viene applicato un microchip sotto-pelle (di solito nella parte esterna di una spalla) con il solo e unico scopo di permettere ai trafficanti di "carne umana" di controllare in ogni momento la loro posizione. Un po' come si fa per lo studio degli animali selvatici.

A questo punto le ragazze rumene sono pronte per arrivare in Italia. In Italia vengono vendute di nuovo, non più in gruppo, ma singolarmente o al massimo due, ad altri albanesi o rumeni che le "acquistano" per avviarle alla prostituzione intensiva, in strada, in appartamenti, in locali notturni o discoteche.

Ragazzine molto richieste dalla "clientela italiana" perché molto giovani e belle. Vengono offerte a prezzi non elevatissimi, dai 50 ai 150 euro a prestazione. Alcune di loro sono costrette ad avere anche 20-25 rapporti al giorno. Sono schiave a tutti gli effetti.

Solo quest'anno (2014) sono state scoperte almeno due di queste cellule mafiose, una a Bergamo, e un'altra a Roma. Se vengono arrestati gli sfruttatori diretti, è difficile individuare il vero traffico perché sono diversi i passaggi da una mafia all'altra. Per gli albanesi e i rumeni che sfruttano queste ragazze è solo un "business", acquistano le ragazze dall'Albania per una cifra intorno ai 10-15 mila euro a ragazza e poi rientrano dal "costo iniziale" in pochi mesi, se non in poche settimane.

Albanesi e rumeni che in Italia sono invisibili, sono persone spesso insospettabili, con regolari documenti. La collaborazione tra Polizia Italiana, rumena e albanese a volte riesce a individuare canali investigativi su cui lavorare e quindi a identificare persone, ma è sempre troppo poco rispetto alla abnormità del problema.

C'è poi da fare i conti con la corruzione. Molto alta tra le forze di polizia rumene, e comunque presente in Albania. Nel passaggio in Serbia e in Kosovo la criminalità è invece parte integrante di milizie paramilitari che ancora sono attive nei due paesi della ex Jugoslavia.

Le ragazze invece sono vittime molte volte, senz'altro per la loro condizione di schiavitù sessuale e per il fatto che per i loro sfruttatori sono solo "oggetti", picchiate se non lavorano o lavorano poco, violentate ripetutamente, controllate a vista e tenute sotto controllo con il microchip. E poi, se sono "liberate" vengono rimpatriate perché in possesso di documenti falsi o senza documenti.

Anche in questi casi la Bossi-Fini (Testo Unico che in Italia regola tutta la tematica dell'immigrazione clandestina) è inefficace perché non tiene in minimo conto la condizione di schiavitù a cui queste ragazze sono state costrette. Ma non solo, noi abbiamo sempre sostenuto che la Bossi-Fini è una legge razzista - leggi perché -

Molte di queste ragazze poi si ammalano o muoiono anche dopo anni, non per le violenze o le percosse, ma di cancro. La causa è proprio il microchip che sono costrette a tenere sottopelle per tantissimo tempo. Microchip che emette continuamente segnali elettronici che sono altamente cancerogeni.

Questo articolo fa parte della Campagna di sensibilizzazione sulla "schiavitù sessuale" di Foundation for Africa



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2 commenti:

  1. La Signora Maris Davis Joseph fa un po' di confusione, si sbaglia con le africane.
    La Romania fa parte dell'UE, con la semplice Carta di Identità che tutti possiedono è possibile venire in Italia.
    I voli sono numerosissimi dai tanti scali rumeni e spesso costano quanto una pizza.
    La Romania si è evoluta al punto d'aver un rating superiore all'Italia con outlook positivo, il rapporto deficit pil è circa 30% e non 140% come l'Italia.
    Le fantasie di trasporti clandestini di schiave non reggono, consiglio alla Signora Maris Davis Joseph di fare un giro in Romania per rendersi conto della situazione, in alternativa può visitare siti internet, google maps o il profilo facebook del presidente klaus Iohannis.
    Scrivere sciocchezze a casaccio non ha senso.
    Alberto.

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  2. NON ESISTE immigrazione clandestina tra ROMANIA e ITALIA, sono 2 REGIONI dell'UE.
    Alberto.

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