22 febbraio 2014

Cara Cécile, ci dispiace dirtelo ma hai fallito

Cara Cécile, ci dispiace ma dobbiamo dirti che come ministro per l'integrazione hai fallito. Sarà stato per la tua inesperienza in un posto di responsabilità così importante o per una situazione politica difficile, si è "persa" un'occasione straordinaria per avviare una serie di riforme in campo di immigrazione e di integrazione.

Abbiamo sempre difeso la Kyenge dagli attacchi razzisti che durante i mesi del suo mandato ha subìto. Ma, con la schiettezza che ci contraddistingue, abbiamo anche sollevato voci critiche sul suo operato. Troppe parole pochi fatti.

  • Nessun passo avanti sui C.I.E. (Centri di Identificazione ed Espulsione), sulla loro chiusura, sulla loro modifica, sui controlli delle loro gestioni milionarie, sulle loro condizioni igienico-sanitarie, sui tempi di detenzione, ecc..
  • Nessun passo in avanti sullo Ius Soli.
  • Solo un piccolo passo avanti verso l'abolizione del Reato di Clandestinità (che comunque è ancora in vigore).
  • Nessun passo in avanti sulla situazione lavorativa degli stranieri che in Italia vivono in una situazione di semi-schiavitù (vedi Rosarno e distretto di Prato).
  • Nessun intervento concreto sui tempi troppo lunghi per i rinnovi dei permessi di soggiorno e sui tempi di permanenza "infiniti" nei Centri di Identificazione.
  • Nessuna proposta concreta su come superare la Bossi-Fini, una legge razzista.
  • Fallimento completo sul caso Adozioni in Congo. Si è attivata troppo in ritardo e solo quando ormai il caso era di dominio pubblico.
  • Nulla ha fatto sul problema della tratta di "esseri umani", sulla schiavitù sessuale, sullo sfruttamento sessuale a cui le varie mafie internazionali costringono moltissime ragazze straniere. Nulla ha fatto per proteggere e aiutare le vittime di questa "moderna schiavitù" di cui in Italia sono vittime trenta mila ragazze nigeriane ed almeno 15 mila ragazze rumene, e molte altre di diverse nazionalità.
  • È rimasta "indifferente" sulla firma della Carta di Lampedusa, che il mondo dell'associazionismo internazionale (oltre 100 paesi rappresentati) ha sottoscritto e che riguarda proprio le migrazioni dei popoli.
Insomma, a nostro avviso, un fallimento su tutti i fronti.

Ora che il Ministero dell'Integrazione non c'è più gran parte delle sue competenze passeranno al agli interni che però è guidato da un ministro (Angelino Alfano) che ha già detto di essere contrario allo "Ius Soli" ed è anche contrario a mettere mano alla Bossi-Fini.

Sappiamo benissimo che la situazione politica in cui Cécile Kyenge ha lavorato non era del tutto favorevole, ma siamo anche sicuri che si è persa un'occasione storica per intervenire significativamente su una legge, la Bossi-Fini, che noi abbiamo sempre considerato una legge "razzista".






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