27 gennaio 2014

Bambini prigionieri nelle carceri lager di Israele

Arresto indiscriminato di bambini
nei territori occupati da Israele
Se è giusto ricordare la "shoah", l'olocausto provocato dal nazismo dove morirono almeno sei milioni di ebrei, è altrettanto doveroso denunciare ciò che accade oggi nelle carceri israeliane dove bambini e donne sono incarcerati ingiustamente, senza processo e senza diritti.

Quello che sta facendo oggi Israele, in nome della sicurezza nazionale, con l'avallo complice degli Stati Uniti e di altri paesi amici, europei compresi, è esattamente la stessa identica cosa di ciò che ha fatto il nazismo nei confronti degli ebrei negli anni bui della seconda guerra mondiale. E ancora una volta il mondo intero sta chiudendo gli occhi di fronte all'olocausto palestinese.

La Palestina, in particolare la Striscia di Gaza, è essa stessa in grande campo di concentramento, un'intero popolo tenuto prigioniero da un popolo che si chiama Israele.

Sono molti gli orrori dell'occupazione israeliana della Palestina. Gli omicidi mirati, per esempio, una pratica che il governo israeliano condivide nel mondo con l'amministrazione USA, i clan mafiosi e i narcotrafficanti. Si tratta di sentenze di morte ed eseguite senza altra procedura che non sia quella di premere un grilletto, o sganciare una bomba, o spedire un aereo killer .. eventuali "effetti collaterali" giustificati anche quelli.

Bambini Prigionieri.
Ogni anno circa 700 bambini e adolescenti palestinesi vengono arrestati dall'esercito israeliano. I minori vengono interrogati in assenza di un avvocato e di un membro della famiglia. 

Un rapporto Unicef denuncia maltrattamenti "molto diffusi, sistematici e istituzionalizzati" cui sono sottoposti i minori palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane. A differenza dei loro omologhi israeliani, i bambini palestinesi non hanno diritto di essere accompagnati dai genitori durante un interrogatorio e sono raramente informati dei lori diritti.

Un recentissimo rapporto dell'Unicef, basato su oltre 400 casi documentati di detenzioni e maltrattamenti di giovani detenuti, mette in dubbio il livello di democrazia esistente in Israele.

Il rapporto conclude che: i "minori palestinesi che entrano in contatto con il sistema di detenzione militare israeliano sono sottoposti a maltrattamenti molto diffusi, sistematici e istituzionalizzati. Quanto descritto si basa sulle ripetute denunce avvenute nel corso degli ultimi dieci anni, sulle loro entità, fondatezza e persistenza" .. Tale conclusione è sostenuta anche dall'esame dei casi documentati attraverso un sistema di monitoraggio e reporting di gravi violazioni dei diritti dei bambini, così come dalle interviste condotte con avvocati israeliani e palestinesi e con bambini palestinesi.

Negli ultimi dieci anni circa 7.000 minori palestinesi di età compresa tra 12 e 17 anni sono stati arrestati, interrogati, perseguiti e incarcerati all'interno del sistema di giustizia militare israeliana. Una media di 700 bambini all'anno, due al giorno.

Descrizione tipica dell'arresto di un bambino. Una massiccia pattuglia di militari armati fino ai denti irrompe violentemente in casa nel cuore della notte svegliando tutti di soprassalto. Dopo una furiosa ricerca, spesso accompagnata da devastazioni di mobili e oggetti vari, il giovane sospetto è legato ai polsi e, gli occhi bendati, viene strappato terrorizzato alla sua famiglia. È molto giovane, spesso sui 14-16 anni di età. A volte qualcuno è arrestato nelle vie vicine a casa, nelle strade riservate ai coloni israeliani o ai posti di blocco dell'esercito israeliano all'interno della Cisgiordania.

Per alcuni dei bambini la scena è devastante, tra urla e minacce verbali, e membri della famiglia costretti a rimanere fuori casa in camicia da notte mente il giovane è portato via da casa con vaghe spiegazioni come "Viene con con noi lo portiamo più tardi", o semplicemente  che il giovane è "ricercato".

Raramente i parenti vengono informati su dove l'arrestato verrà portato, il motivo e fino a quando. Senza poter salutare i genitori né rivestirsi in modo adeguato, il bambino è caricato su una jeep, bendato, costretto a sedersi sul pavimento del veicolo e spesso colpito con calci e pugni mentre viene legato.

Il viaggio verso il luogo dell'interrogatorio può durare da un'ora a un'intera giornata e solitamente comprende delle soste in insediamenti colonici o basi militari dove il prigioniero (legato e bendato) può aspettare ore e ore o anche un giorno intero, senza cibo né acqua e senza accesso al bagno. Durante queste fermate intermedie molti bambini sono condotti davanti a personale medico che, rimosse le bende dagli occhi, magari rivolge qualche domanda sul loro stato di salute. Tuttavia, anche in presenza di evidenti segni di abusi, è molto raro che ricevano qualche attenzione medica.

L'interrogatorio. I luoghi più comuni per gli interrogatori dei bambini in Cisgiordania sono le stazioni di polizia negli insediamenti colonici di Gush Etzion e Ari'el, la prigione di Ofer e il Centro di Huwwara.

Nessun bambino è accompagnato da un avvocato o un familiare durante l'interrogatorio, nonostante l'articolo 37 comma 4 della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia preveda che "Ogni bambino privato della sua libertà abbia diritto a rapido accesso ad assistenza legale o ogni altra assistenza adeguata". Nonostante quanto affermato dallo stesso art. 37, i bambini prigionieri raramente sono informati dei loro diritti, ed in particolare non sono informati sul loro diritto di non auto-accusarsi.

Non esiste alcuna supervisione indipendente del processo dell'interrogatorio che spesso assomma intimidazioni a minacce e violenze fisiche, con il chiaro intento di costringere il bambino a confessare. I piccoli detenuti durante l'interrogatorio sono legati, in alcuni casi alla sedia su cui siedono. Questa posizione viene fatta mantenere a forza, a volte per lunghi periodi di tempo, con conseguente dolore alle mani, schiena e gambe.

Alcuni bambini sono minacciati di morte, di violenza fisica, isolamento e abusi sessuali si di loro o sui membri della loro famiglia. Alla fine dell'interrogatorio la maggior parte dei bambini ammette la "colpa" che si solito è semplicemente "lancio di sassi o pietre", devono firmare un modulo scritto in lingua ebraica, lingua che i bambini palestinesi non conoscono.

I bambini poi sono rinchiusi in celle di isolamento per un periodo da due giorni e un mese prima dell'udienza e dopo la condanna. In queste celle, secondo il rapporto dell'Unicef, sono trattati in modo crudele e disumano. L'impatto negativo della pratica dell'isolamento sul benessere psicologico di un bambino è devastante.

La gran parte dei bambini palestinesi è incarcerata e torturata
solo per aver lanciato pietre e sassi contro i soldati israeliani
L'Udienza e la Sentenza. Dopo l'interrogatorio (e dopo un periodo di isolamento) il piccolo imputato è in genere condotto davanti ad un tribunale per l'udienza. Entra in aula con manette ai polsi, catene alle caviglie e indosso l'uniforme carceraria.

Tutto questo è in contrasto con le norme minime per il trattamento dei detenuti, che prevedono di non utilizzare catene e ceppi, mentre altre forme di contenzione devono essere utilizzate solo in determinate e limitate circostanze, e comunque non sui bambini.

Il giovane incontra per la prima volta il proprio avvocato nel tribunale militare  per i minorenni e la sua custodia cautelare può essere estesa, contrariamente a quanto rescritto dalle norme interazionali fino a 188 giorni .. e non esiste alcuna possibilità di rilascio su cauzione.

Non tutti gli avvocati difensori hanno un facile accesso alla necessaria documentazione militare e alla legislazione criminale di Israele poiché non sempre disponibile in lingua araba, come invece sarebbe richiesto dal diritto internazionale. Per questo motivo gli avvocati difensori palestinesi si trovano in netto svantaggio rispetto al procuratore israeliano che istituito l'accusa, con il rischio concreto di compromettere le possibilità di un bambino accusato di ricevere un processo equo.

Infine, arriva la punizione, di solito molto severa. Due delle carceri dove la maggior parte dei bambini palestinesi sconta la pena si trovano, in violazione della Convenzione di Ginevra, all'interno di Israele, il paese occupante. In termini pratici, questo fatto rende assai difficili, e in alcuni casi impossibili, le visite dei familiari a causa dei regolamenti che vietano ai palestinesi della Cisgiordania di viaggiare all'interno di Israele e del tempo necessario per rilasciare un permesso.

Secondo l'articolo 37 comma 3 della Convenzione sui Diritti dell'infanzia, un bambino "ha diritto di mantenere i contatti con la sua famiglia per mezzo di corrispondenza e di visite, tranne che in circostanze eccezionali". La carcerazione dei piccoli prigionieri in tribunali ha su di loro ovvi effetti deleteri nel lungo termine. Tagliando fuori un bambino dalla sua famiglia, a volte per mesi, la detenzione provoca un profondo stress emotivo, oltre a violare il diritto del giovane all'istruzione.

I piccoli palestinesi accusati di reati seguono un iter giudiziario molto diverso dai loro coetanei israeliani, compresi quelli residenti negli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Mentre i primi sono processati in tribunali militari ai sensi della legislazione militare israeliana, i secondi fruiscono del diritto penale e civile israeliano che naturalmente offre loro ben maggiori garanzie.


Il video che segue è una breve intervista a We'aam Ettammimy, un bambino di 12 anni, arrestato con tutta la famiglia per aver protestato contro i coloni israeliani che si erano impossessati della fonte d'acqua sulla terra di loro proprietà.
- Video -



Conclusione. Non è la prima volta che organismi internazionali denunciano il maltrattamento di bambini palestinesi detenuti dall'esercito israeliano. Preoccupazioni in merito erano state sollevate nel luglio 2012 dalla Commissione speciale delle Nazioni Unite sulle pratiche israeliane nei territori occupati .. "Secondo le testimonianze raccolte, Israele pratica l'isolamento nel 12% dei bambini detenuti".

La commissione speciale aveva anche messo in guardia su un modello di detenzione e maltrattamenti dei bambini di più vasta portata. "Testimoni hanno riferito alla Commissione che il maltrattamento dei bambini palestinesi inizia dal momento dell'arresto". Un gran numero sono sistematicamente imprigionati. Le abitazioni dei bambini sono circondate da soldati israeliani a tarda notte, "bombe sonore" sono fatte esplodere nelle abitazioni, le porte sono abbattute, vengono sparati colpi di armi da fuoco, nessun mandato viene mostrato ai residenti. I bambini sono legati, bendati e costretti all'interno dei veicoli militari. Tutto questo descritto nel rapporto dell'Unicef.

Un rapporto di Defence for Children International (DCI) dell'aprile 2012 dal titolo "Legati, bendati e Imprigionati" rileva come, su 311 testimonianze giurate raccolte tra il 2008 e il 2012, il 75% dei detenuti palestinesi dai 12 ai 17 anni hanno subito maltrattamenti durante l'arresto, gli interrogatori e la detenzione in attesa di giudizio.

Le autorità militari israeliane devono immediatamente adottare e far rispettare le raccomandazioni dell'Unicef. I bambini palestinesi prigionieri devono essere trattati in conformità con il diritto e gli standard internazionali, con divieto assoluto di tortura e di tutte le forme di altri maltrattamenti, senza eccezioni.

Il popolo israeliano si è dimenticato di essere stato vittima dei campi di sterminio nazisti e ora utilizza le sue prigioni-lager contro i bambini e le donne della Palestina, compiendo su quei bambini le stesse atrocità commesse dai nazisti.

Tutto questo avviene in un paese, Israele, dove i bambini sono considerati una fonte di gioia, in cui la preoccupazione per il loro benessere è la massima priorità. Tutto questo accade in un paese che si considera civile, è giunta l'ora che tutto il mondo civile (compresa l'America, strenuo difensore di uno stato razzista) si mobiliti, come sa e ha saputo mobilitarsi contro gli stati "canaglia" (vedi l'Iran, vedi l'Iraq di Saddam o l'Afghanistan dei talebani, la Libia di Gheddafi).

Perché tutto questo accade a poca distanza dalle stanze da letto dove dormono i vostri figli.
(articolo ricavato da fonti e documenti Unicef)


Altri articoli da leggere e bibliografia

Israele confisca l'89% delle risorse idriche a favore dei coloni dei territori palestinesi occupati.

Le Nazioni Unite hanno denunciato Israele per aver detenuto, imprigionato e torturato bambini palestinesi.

Drammatico dossier ONU sul trattamento dei bambini palestinesi trattenuti illegalmente nelle carceri israeliane.

Le donne palestinesi detenute in Israele ricevono un trattamento disumano, negate le cure mediche, rappresentanza legale e sono costrette a vivere in condizioni miserabili, compresa la condivisione della cella con topi e scarafaggi.




Articolo curato e scritto da

Le Stragi di Innocenti che nessuno Racconta
L'Olocausto nella Striscia di Gaza

Esempio di mirata e sistematica opera di sterminio del popolo Palestinese, l'olocausto nella Striscia di Gaza, bombardata con tonnellate di bombe e devastata da esecuzioni sommarie contro civili disarmati, distruzioni di edifici civili e di edifici dell'ONU tra cui scuole rifugio di bambini.

Dei corpi delle vittime rimase ben poco, liquefatte dall'utilizzo indiscriminate di bombe al fosforo bianco (vietate dal trattato di Ginevra 1980), le cui fiamme una volta a contatto con l'ossigeno dell'aria si sviluppano fino all'esaurimento del combustibile.

Era l'operazione militare "Piombo fuso" perpetrata dall'esercito sionista che toccò i vertici di una crudeltà inaudita. Iniziata il 27 dicembre 2008 e conclusa con l'opera di macelleria e massacro di 1.440 palestinesi tra cui 318 bambini e 111 donne (oltre 5.000 i feriti), il 18 gennaio 2009.

Tutto fu messo a tacere e nessuno ne parlò più.

- Video -

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